Capitale: Lhasa
Lingua: Mandarino (ufficiale)
Passaporto: Necessario, con validità minima residua di 6 mesi e con visto Cina.
Visto: I visti Cina ottenuti presso i Consolati o le Ambasciate Cinesi in Italia NON sono validi per l’ingresso in Tibet. I visti devono essere emessi dall’Ambasciata Cinese di Kathmandu. Il nostro corrispondente si occuperà delle procedure visti: necessarie le copie scannerizzate e chiaramente leggibili dei passaporti (validità minima 6 mesi) almeno un mese prima della data di arrivo, e l’indicazione della professione. Per alcune categorie di professionisti (es. giornalisti) e per i religiosi l’Ambasciata può rifiutare il rilascio del visto; le procedure per chi avesse passaporto diplomatico sono estremamente complicate, il corrispondente accetta solo passaporti ordinari.
Valuta: Yuan Renminbi.
Clima: Il Tibet è visitabile tutto l'anno in condizioni climatiche mutevoli, ma sempre accettabili. In inverno l'escursione diurna si fa particolarmente sensibile, in quanto la temperatura - di notte - scende fino a 15-20 gradi sotto lo zero, per poi salire fino a 12-15 gradi sopra lo zero nel corso della giornata. Gli alberghi sono riscaldati in modo sufficiente. Gli itinerari invernali possono essere particolarmente interessanti per gli incontri con la popolazione che nei mesi freddi lascia gli alti pascoli per spostarsi a valle dedicandosi ai pellegrinaggi: i monasteri sono dunque, in questa stagione, un affollato crogiolo di razze provenienti da tutto il Tibet. Inoltre in inverno non piove mai e quasi non c'è una nuvola in cielo, consentendo viste uniche sulla catena himalayana. La neve, il cui limite si attesta intorno ai 6000 metri, impedisce solo l'attraversamento via terra della catena hilalayana, ma tutta l'area compresa tra Lhasa, Tsetang e Shigatse rimane percorribile.
In estate la catena himalayana fa da schermo sufficiente alle più basse nuvole monsoniche provenienti dai versanti indiano e nepalese. Le piogge sono dunque limitate, anche se possono essere presenti, soprattutto nel periodo luglio/agosto. In questa stagione occorre dunque essere muniti di mantelline impermeabili e scarponcini adatti a un clima che può rivelarsi umido e piovoso. Inoltre i fiumi, ingrossati dallo scioglimento delle nevi in quota, possono rendere più difficoltoso il transito lungo le strade in terra battuta. Le temperature sono molto gradevoli, comprese tra i 25 e i 28 gradi di giorno e i 3-4 gradi la notte. Sui passi è sufficiente un leggero maglione, ma va tenuta a portata di mano una giacca a vento, soprattutto per i villaggi in quota dove si effettuano dei pernottamenti.
Consigli utili: Gli itinerari in Tibet sono abbastanza avventurosi e chiunque intraprenda un viaggio in questo Paese deve esserne consapevole. Gli hotel, pur essendo scelti tra i migliori, sono di categoria standard: quelli di Lhasa vengono classificati come 3 stelle secondo gli standard fissati dal governo tibetano, nelle altre località non è possibile assegnare categorie di riferimento; le strutture sono molto semplici, dotate di pochissimi comfort, adatti ad una clientela di poche esigenze e con spirito di adattamento. La cucina è estremamente semplice, poco varia. Nel valutare un viaggio in questa destinazione, è bene considerare anche le condizioni non sempre ottimali delle strade (soprattutto nei periodi di pioggia), il livello di preparazione (spesso non più che discreto) delle guide e non da ultimo le proprie condizioni di salute, considerati clima ed altitudine del Paese.
Consigli sanitari: Tutti i maggior centri urbani in Tibet dispongono di servizi sanitari e ospedali con trattamenti di medicina allopatica (occidentale), tibetana e cinese. Le strutture non sono sempre a livello europeo, ma stanno notevolmente migliorando. Il livello di istruzione medica invece è buono. Il clima fresco e arido sfavorisce lo sviluppo di batteri e virus, diminuendo il rischio di infezioni.
Qualche regola da rispettare:
•Mangiare solo cibo cucinato bene e fresco
•Non bere acqua da fonti e rubinetti
•Lavarsi bene le mani prima di mangiare
•Bere liquidi come tè o acqua oltre al bisogno sentito
•Portare con sè i propri medicinali abituali.
Vaccinazioni: Nessuna vaccinazione obbligatoria.
Mal d'altitudine: Tenendo conto dell'altitudine, occorre partire in buone condizioni di salute avendo eventualmente consultato il proprio medico per tempo prima del viaggio. Normalmente l'acclimatamento avviene entro il secondo giorno di permanenza.
Religione e costumi: E’ indubbiamente apprezzabile il rispetto dei costumi locali, come, per esempio, il camminare in senso orario intorno ai templi Buddisti, ai monasteri e ai siti religiosi.
Fumare e vestirsi non appropriatamente nei luoghi sacri (indossando pantaloncini o dimenticando di togliere i cappelli), è considerata una mancanza di rispetto. Le donazioni ai luoghi di culto vanno lasciate sull'altare o date direttamente ad un religioso, questo assicura che la donazione rimanga nel tempio.
Festività: Le principali feste sono quelle di origine religiosa, mentre le feste civili sono poco sentite, soprattutto al di fuori dai centri urbani principali.
Le feste più importanti in Tibet sono:
- Losar o Festa dell'Anno Nuovo (prima settimana del primo mese lunare): in origine si festeggiava al fiorire degli alberi di pesco
- Monlam o Festa della Grande Preghiera di Lhasa (venticinquesimo giorno del primo mese lunare)
- Tenga Choiba o Festa delle Lanterne (quindicesimo giorno del primo mese lunare)
- Saga Dawa (settimo e quindicesimo giorno del quarto mese lunare): considerata la più sacra dell’anno, questa memorabile festa vede coincidere in una stessa data la celebrazione della nascita, illuminazione e morte del Buddha
- Shotun o Festa dello Yogurt (prima settimana del settimo mese lunare): in passato, in occasione di questa festività, i fedeli andavano negli eremi di montagna dove servivano un pasto a base di yogurt ai monaci appena usciti dal ritiro spirituale
- Festa del Lavacro (tra la fine del settimo e l'inizio dell'ottavo mese lunare): vi è la credenza in Tibet che, quando il pianeta sacro Venere appare in cielo, l’acqua dei fiumi diventa più pura e curativa
- Ongkor o Festa del Raccolto (prima settimana dell'ottavo mese lunare)
- Festa di Fine Anno (ventinovesimo giorno del dodicesimo mese lunare): si svolgono danze religiose all’interno dei monasteri per scacciare gli spiriti maligni dell’anno uscente.
Sicurezza: I tibetani sono un popolo pacifico e ospitale, è difficile avere problemi di sicurezza legati alla criminalità o ai ladri, tuttavia (e anche per rispetto nei confronti di questo popolo così semplice e, purtroppo, spesso povero), si raccomanda di non esibire abiti troppo sgargianti o ostentare oggetti di valore, mostrando rispetto della grande religiosità dei monaci e degli abitanti comuni.
Cucina: La cucina tibetana non è certo conosciuta nel mondo per i suoi piatti caratteristici o raffinati. La regione infatti, sia a causa della scarsa produzione di materia prima (quasi tutto il territorio è situato sopra i 4.000 metri), sia per la devozione religiosa dei suoi abitanti (per il buddismo è vietato uccidere animali per cibarsi della loro carne), non presenta particolari specialità o bevande. I piatti “tipici” sono generalmente a base di cereali, come lo Tsampa, oppure di formaggi, come quelli di yak o di capra, e risultano il più delle volte poco conformi ai gusti occidentali. Tra le bevande trova larga diffusione il tè, mentre si raccomanda di bere solo acqua in bottiglia. I due tradizionali alimenti tibetani sono il tè e lo tsampa. Il tè viene fatto bollire per ore con salnitro e soda; poi prima di berlo si aggiunge burro di yak. Lo tsampa è invece a base di chicchi di orzo soffiati sulla sabbia calda, vengono anch'essi mescolati con il burro di yak.
Elettricità: 220 volt. E' utile avere a portata di mano un adattatore.
Telefonia: Il prefisso internazionale della Cina é 0086. Per chiamare in Italia occorre digitare 0039. Si possono fare chiamate internazionali da molti hotel e dagli uffici postali. La rete di telefonia mobile é abbastanza ben sviluppata e ci sono accordi con i gestori italiani per il roaming internazionale (consigliamo di contattare il Vostro gestore prima della partenza). Nelle maggiori cittadine si trovano Internet Café.
Fuso orario: Tra il Tibet e l’Italia ci sono sette ore di differenza in inverno, sei in estate.
Cenni storici: Verso la fine del VII secolo, il Tibet si consolida in un regno indipendente e prospero, trincerato fra le alte catene di montagne che lo escludono su tutti i lati dagli influssi esterni indesiderati, ma anche dall’effetto delle piogge monsoniche per le poche aree agricole, concentrate alle più basse quote nelle valli a sud-est del Paese.
Il dilagare della conquista mongola impone un tributo ai tibetani, che restano soggetti alla dinastia Yuan per poi ritrovare l’indipendenza fino all’avvento di un’altra dinastia cinese, quella dei Ch’ing, che nel 1644 stabilisce un protettorato nominale, sempre più difficile da esercitare col progressivo declino del potere del Celeste Impero.
La Cina argina l’espansione centro-asiatica della Russia zarista ed ottiene dagli inglese il riconoscimento della sovranità su Tibet con i trattati del 1907 ma, al dissolversi del potere imperiale, nuovamente i tibetani dichiarano l’indipendenza, mantenendola fino al 1950, quando i cinesi tornano in forze e li costringono con un trattato alla condizione di Regione Autonoma della Repubblica Popolare di Cina.
LHASA
Lhasa (Trono di Dio) : si trova a 3650 m di altitudine. Le temperature medie sono - 2° C in inverno e + 15° in estate. Centro del lamaismo, è stata per secoli meta di pellegrinaggi.
Lhasa è divisa in tre sezioni: le aree di insediamento cinese, caratterizzate da grosse costruzioni quadrate e monotone, ospitano abitazioni, uffici e stabilimenti industriali; l'area musulmana, che sorge intorno alla moschea, e l'area strettamente tibetana mantengono entrambe una propria particolare atmosfera, nonostante siano state sostanzialmente ridotte dalle distruzioni operate dai cinesi.
Punti principali di interesse:
Barkhor. Anello lungo 800 metri che corre intorno al Jokhang. I pellegrini percorrono tutt'oggi il Barkhor, prostrandosi e camminando in senso orario tra banchetti e negozi di vario genere: la zona costituisce infatti il variopinto e interessante mercato della città.
Jokhang: Il monastero più antico è il Jokhang (cin. Dazhaosi), la cattedrale del buddhismo tibetano, vero centro della vita sociale e spirituale della città e del Paese. La parte più vecchia del Jokhang risale al VII secolo. Era uno dei due templi costruiti da Songtsen Gampo per ospitare le statue di Buddha che le sue due mogli straniere avevano portato in Tibet dalla Cina e dal Tibet. La leggenda dice che Songtsen Gampo lanciò il suo anello in aria promettendo di costruire un tempio in qualsiasi luogo fosse caduto. L'anello cadde in un lago e colpì una roccia, dove miracolosamente apparve uno stupa bianco, un segno di buon auspicio. Per le fondamenta furono poste attraverso il lago delle lunghe travi, ma il proposito si rivelò fallimentare. Alla fine il lago venne riempito con della terra portata da capre e sopra vi fu costruito il Jokhang, ad opera di artigiani provenienti da Tibet, Cina, Nepal e Kashmir. Il Jokhang divenne poi il centro della religiosità tibetana per decisione di Tsong Khapa, il fondatore della Setta Gialla. All'interno del monastero si trovano più di 300 statue, tra le quali la statua dorata di Sakyamuni del XVII secolo, alta 26 m, e al primo piano statue del VII secolo del re Songtsan Gampo e delle sue due spose, la nepalese e la cinese. I muri della sala centrale sono decorati con affreschi alti 3 m che occupano una lunghezza totale di 600 m. Al secondo piano sono conservati i 108 sutra buddhisti introdotti nel Tibet sotto i Ming. Il tetto del monastero dalle tegole dorate è decorato con campanelle che tintinnano quando soffia il vento. L'architettura risente di parecchi stili: tetti dalla forma cinese ma con strutture di pietra o di legno tibetane arricchite di alcuni elementi nepalesi e indiani.
Potala: Meraviglia architettonica costruita sul fianco della Collina Rossa e che può essere vista da tutte le direzioni per chilometri. Originariamente semplice padiglione dedicato alla preghiera, costruito dal re Songtsen Gampo nel VII secolo, successivamente venne ampliato in palazzo e distrutto nel IX secolo da un incendio provocato da un fulmine. Venne poi ricostruito per ordine del V Dalai Lama a partire dal 1645 e divenne la residenza invernale del Dalai Lama. Scampò miracolosamente alla furia distruttrice delle Guardie Rosse negli anni della Rivoluzione Culturale grazie, pare, alla protezione delle truppe regolari cinesi. Si tratta di una struttura enorme, costruita in pietra, terra e legno, alta 1187 m, divisa in due parti, il Palazzo Rosso e il Palazzo Bianco; i suoi 13 piani ospitano oltre mille stanze, con diecimila cappelle e duecentomila statue; i muri, spessi tra i due e i cinque metri, sono stati rinforzati tramite iniezioni di rame fuso, in assenza di qualunque armatura portante. Nel Palazzo Rosso, tradizionalmente dedicato agli affari religiosi, si trovano cappelle, sale per le assemblee e i mausolei con le tombe riccamente adornate dei Dalai Lama: la tomba del V Dalai Lama è alta 20 metri, occupa tre piani ed è coperta da circa 3.700 kg di oro. Il Palazzo Bianco era destinato agli uffici governativi e ospitava le sessioni dell'assemblea nazionale tibetana. Sul tetto sorgevano infine gli appartamenti privati del Dalai Lama.
Norbulingka: Il nome significa Parco del Gioiello. Si tratta di un vasto complesso formato da bassi palazzi, padiglioni, templi, giardini e boschi. La sua costruzione iniziò nel 1755 ad opera del VII Dalai Lama per utilizzarlo come palazzo d'estate. Ogni anno, dal 4° al 9° mese del calendario tibetano, il Dalai Lama si trasferiva qui a lavorare. Qui ebbero luogo i più aspri combattimenti durante la rivolta del 1959 e da qui il Dalai Lama abbandonò il paese.
Monastero di Ganden: Distante circa 40 km da Lhasa, posto sulla cima dell'omonima montagna, era forse il più bel monastero di tutto il Tibet. Venne purtroppo venne raso al suolo durante la Rivoluzione Culturale e oggi, dell'originario complesso monastico che ospitava 6000 monaci, i tibetani sono riusciti a ricostruire solo alcuni edifici e sale di meditazione. Attualmente vi vivono 200 monaci. Da Ganden lo sguardo spazia su tutta la valle del fiume Kyi Chu e sulle lontane cime innevate.
Monastero di Sera: Si trova 6 km a nord di Lhasa, alla base del Monte Tatipu. Sera è uno dei Sei Grandi Monasteri Gelugpa (gli altri cinque sono Drepung, Ganden, Tashilhunpo, Labrang e Kumbum). Sera era più piccolo di Drepung, con 7.000 monaci, ma era molto ricco e con un potere simile. Oggi ha circa 300 monaci. Fu fondato nel 1419 da uno degli otto discepoli di Tsong Khapa. Divenne famoso per i suoi insegnamenti tantrici mentre Drepung acquistò fama per il suo ruolo di governo.
Il complesso monastico, fortemente lesionato dalla Rivoluzione Culturale, comprende:
- la grande sala assembleare (tsokchen);
- tre tratsang (collegi che offrono studi specializzati, diretti ognuno da un proprio abate, il khenpo).: il Sera Me Tratsang, che promuove gli studi elementari, il Ngagpa Tratsang, il collegio di studi tantrici, il Sera Je Tratsang, il più grande, con quattro piani;
- 30 khangtsen (unità residenziali con cappelle riservate ai monaci provenienti dalle differenti aree del Tibet), alcune delle quali sono collocate sulla cima della collina sovrastante: lungo il sentiero che vi conduce si possono ammirare pitture rupestri molto colorate.
Circa 1 km a est di Sera c'è una roccia isolata dove all'alba avvengono i "funerali celesti". Poichè il terreno gelato impedisce una normale sepoltura e lo scarso combustibile proibisce la cremazione, i tibetani impararono a tagliare i corpi dei loro morti in piccoli pezzi e darli in pasto agli uccelli. Avvoltoi, corvi e nibbi calano quando coloro che hanno eseguito il suddetto lavoro, chiamati domdens, hanno finito.
Chokpori: Il Chokpori, la Collina del Monte della Medicina, è una delle quattro montagne sacre del Tibet Centrale (nessuna di esse molto alta) e la sola vicino a Lhasa. Le montagne sacre erano considerate l'anima del paese. Esse preservavano e proteggevano i pellegrini che le visitavano. Oggi sulla sua cima è stato collocato un ripetitore della radio. La leggenda dice che il primo dottore e fondatore della medicina tibetana, di nome Yudo Gampo, costruì la sua casa sul Chokpori durante il regno del re Songtsen Gampo. Nello stesso periodo una delle mogli tibetane del re costruì un tempio sulla parte orientale della collina. Molto più tardi, nel XVII secolo, Sangye-Gyatso, reggente del V Dalai Lama, fondò sulla sua sommità un collegio medico monastico con una fornitissima biblioteca di medicina tibetana, il collegio rimase il principale in Tibet per 300 anni. Fu bombardato dall'artiglieria durante la rivolta del 1959 e le rovine furono rimosse nel 1983 per fare posto all'antenna.
Drepung: Poco distante da Lhasa (5 km a nord-ovest), era il più grande e ricco monastero del Tibet. Fu fondato nel 1416 da un discepolo di Tsong Khapa, con il patrocinio di una nobile famiglia. Il V Dalai Lama lo ingrandì e vi governò mentre veniva ricostruito il Potala. Al suo massimo splendore Drepung ospitava più di 10.000 monaci. Governava su 700 monasteri sussidiari e possedeva vaste proprietà. Nel 1959 vi vivevano 6000 monaci. La metà, compresi tutti i lama di livello superiore, fuggirono con il Dalai Lama. Oggi restano 500 monaci, di cui un centinaio di novizi. Vi è conservata la migliore collezione di statue e oggetti sacri antichi del Tibet.
SHIGATSE
Shigatse è situata a sud-ovest di Lhasa, a circa 60 km da Gyantse. Seconda città del Tibet, a 3900 m, Shigatse conta circa 40.000 abitanti; ha subito una forte influenza cinese, chiaramente visibile dallo stile dei fabbricati; è tuttavia interessante scoprire il quartiere tibetano e il coloratissimo mercato.
E' la sede del Panchen Lama, la seconda autorità religiosa e civile del Tibet teocratico, abate del Monastero di Tashilumpo. Proprio il fatto che il Panchen Lama sia rimasto in Tibet, invece di fuggire come il Dalai Lama in India, ha consentito una quasi integrale preservazione del monastero, rispettato negli anni della Rivoluzione Culturale.
Considerato la reincarnazione del Buddha Amithaba, il ruolo del Panchen Lama venne dapprima stabilito dalla profezia di Tsong Khapa e successivamente sancito dal V Dalai Lama: l'ultimo Panchen Lama, il decimo, la cui selezione sembra essere stata fortemente influenzata dai nazionalisti cinesi, è morto a causa di un attacco cardiaco, ponendo fine a un'esistenza caratterizzata da forti ambivalenze verso il potere cinese. Il suo corpo è rimasto per mesi imbalsamato in una grande cappella del monastero, in attesa che venisse costruito un mausoleo in cui deporre il sepolcro.
Punti principali di interesse:
Monastero di Tashilumpo: Fu fondato nel 1447 da Gedun-trup, il più giovane discepolo di Tsong Khapa. Ha ospitato nel passato una popolazione di circa 4000 monaci, oggi ridotti a 700; il monastero è molto vivo e l'attività vi ferve tutto il giorno. Interessante la visita della cappella del Buddha del futuro, Maitreya (con la più alta statua buddhista di bronzo del mondo, 26,7 m), delle cucine, delle numerose cappelle e cortili dove si svolgono talvolta funzioni religiose e dibattiti filosofici. La Grande Sala contiene diverse pagode funerarie dei Panchen Lama ed è divisa in nove sale affrescate. La più grande pagoda funeraria del monastero si trova nella Sala Jueganxia. Il suo nome significa Montagna della Felicità Eterna.
Monastero Narthang: Le sue rovine si trovano circa 15 Km a ovest della città. Fondato nel 1153 da uno dei discepoli di Atisha, Narthang era uno dei quattro grandi monasteri della regione dello Tsang, con Shalu, Sakya e Tashilumpo.
GYANTSE
Gyantse è situata a 3950 m di altitudine, con una popolazione di 10.000 abitanti è la quarta cittadina del Tibet, posta su due colline al centro di un'area di produzione agricola. Certamente la più genuinamente tibetana, grazie allo scarso insediamento cinese, storicamente al centro delle strade carovaniere verso il Bhutan e il Sikkim, Gyantse è dominata da un forte che gli stessi inglesi consideravano tra le roccaforti più difficili da espugnare in Asia centrale. Centro del pur limitato dominio inglese del Tibet del primissimo novecento, Gyantse disponeva di una linea telegrafica che la collegava con l'India, di un ufficio postale, di una scuola inglese destinata ai figli dell'alta borghesia tibetana e di un centro per la lavorazione della lana.
Punti principali di interesse:
Monastero Palkhor Chode: Monastero Gelupka risalente al 1365 che un tempo ospitava 1000 monaci e comprendeva un'intera cittadina all'interno delle mura che ancora circondano il complesso lungo il crinale della collina. Delle numerose costruzioni che compaiono nelle fotografie precedenti all'occupazione cinese, restano due lamaserie, il Kumbum e due templi. In uno dei due templi si possono ammirare le statue laccate di 84 santi in posizione yogica e una superba collezione di 15 mandala murali, tutti di 3 m di diametro e in buone condizioni.
Kumbum: Annesso al Monastero Palkhor Chode, è il chorten più grande del Tibet. Costruito nel 1427 da un principe di Gyantse, ospita una serie di settanta cappelle affrescate con 27000 figure e contenenti 100 statue. Ha una base massiccia che consiste di quattro serie sovrapposte di cappelle. Articolato su 9 livelli, va visitato percorrendo i vari piani in senso orario, scoprendo i passaggi ai piani superiori all'interno delle cappelle: i pellegrini lo percorrono in meditazione, proseguendo verso la cima sovrastata dagli occhi del Buddha.
Dzong (il Forte): Il Forte, che torreggia sopra Gyantse, offre una stupenda vista sulla valle. Fu parzialmente distrutto dall'artiglieria britannica durante l'invasione del 1904 e dalla Rivoluzione Culturale negli anni '60, così che alcuni degli edifici del complesso non esistono più.
AREA DI TSEDANG E DEL FIUME YARLONG TSANGPO
Tsedang e l’adiacente città di Nedong, situate a 190 km da Lhasa e 3400 m di altitudine, formano, dopo la costruzione attorno alle vecchie città tibetane di nuovi e grandi edifici cinesi, un unico agglomerato di 25.000 persone.
Punti principali di interesse:
Yumbu Lakang: Secondo la tradizione rappresenta la più antica costruzione in pietra del Tibet. La leggenda ascrive la sua costruzione a Nyatri Gampo, il primo dei re celesti, che si crede sia disceso dal cielo intorno al 130 a.C. E' invece probabile che il castello sia stato costruito nel VI secolo durante il regno del bisnonno di Songtsen Gampo. L'edificio svetta imponente sulla cima di un monte che domina tutto il circondario.
Monastero di Samye: E' una delle costruzioni più imponenti del Tibet. Per arrivarci bisogna prendere un traghetto che attraversa il fiume Yarlung, a circa 25 km da TseDang. Samye fu fondato nel 779 da Trisong Detsen, il "Secondo Re Religioso" del Tibet. La sua struttura architettonica intendeva rappresentare l'universo, e ciascuno dei templi e delle pagode corrispondeva a un punto cardinale, al sole e alla luna. Vi sono rappresentati stili architettonici differenti, cinese, tibetano e indiano, a testimonianza delle diverse culture che hanno influenzato questa terra. Qui si tenne, nel 792, il dibattito finale tra le due diverse scuole buddhiste cinese e indiana, in cui prevalse l'ispirazione indiana che divenne poi dominante sul Tibet.
Monastero di Mindroling: A circa tre ore di pullman da Lhasa, uno dei monasteri più importanti della setta rossa, risalente al 1671. Fortemente danneggiato negli anni della Rivoluzione Culturale, il monastero è oggi in fase di ristrutturazione, come la maggior parte delle costruzioni che si trovano in questa zona. Consta di quattro edifici principali, uno dei quali contiene una pregevole statua del Buddha Sakyamuni.
Naidong: in questa località vi è lo Zecuoba, un monastero che risale al 1356. Nelle vicinanze vi sono i monasteri: Changzhu, con una diversificata raccolta di statuaria buddista, e Zantang, con una bellissima pagoda.
Qiongjie: Qui si trovano otto tombe di otto re del Tibet, in tutto simili a colline naturali, due magnifici leoni in pietra e una stele d'epoca Tang, alta più di 2 m, con scritte in tibetano antico. Inoltre, vi sono un fortino e il Riwudeqing.
SAKYA
Sakya si trova a 155 km da Shigatse, non lontano dalla strada che porta al confine con il Nepal e quindi a Kathmandu. Il significato di Sakya in tibetano è "terra grigiastra", per il colore del terreno intorno.
Monastero di Sakya: Rappresentò il centro di influenza della Setta Rossa Sakyapa, che dominò sul Tibet a più riprese intorno al XIII secolo, una setta monastica particolarmente versata nella stregoneria e nelle pratiche magiche. Il monastero andò distrutto negli anni della Rivoluzione Culturale e i monaci superstiti si rifugiarono in India. Oggi la vita monacale sta lentamente riprendendo. Il monastero contiene pregevoli opere d'arte, soprattutto affreschi e statue, ma anche libri, vasi e altri oggetti di valore. La cappella principale misura circa 6000 metri quadrati e può ospitare cinquecento monaci.
LAGO NAMTSO
Uno dei laghi salati più alti del mondo è il lago Namtso, lago sacro della regione del Tibet. Si trova a nord di Lhasa a 4.718 m s.l.m. in un luogo isolato, meta di molti pellegrinaggi. È lungo 70 km e largo 30.
Nam Tso in tibetano significa letteralmente “il lago del cielo” ed è considerato uno dei luoghi più belli e più sacri del Tibet. Su alcune delle pareti rocciose che lo circondano, si vedono le grotte che sono state le abitazioni di alcuni noti asceti tibetani. Le cinque isole, oggi disabitate, sono state meta di ritiri spirituali nel passato: i pellegrini camminavano sulla superficie ghiacciata del lago alla fine dell’inverno, portando con sé le proprie provviste, e restando sull’isola per tutta l’estate fino al ritorno del gelo. Questa pratica oggi è vietata dal governo cinese.
Il lago oggi è raggiungibile percorrendo la strada che attraversa il passo Laken (5.186m), costruita dai cinesi nel 2005: l’accesso da Lhasa ne risulta facilitato, con tempi di percorrenza molto ridotti rispetto al passato.
XEGAR
Xegar è un piccolo villaggio ai piedi del monte Everest, famoso quale punto di partenza per molte spedizioni sulla vetta più alta del mondo. Con i suoi circa 4.500m di altitudine, offre un panorama spettacolare sulle vette himalayane.
RONGBUK
Rongbuk è un monastero buddista situato a circa 4.980m di altitudine alla base del versante nord del monte Everest. Il monastero fu meta di pellegrinaggi e venne regolarmente visitato dalle spedizioni occidentali degli anni 20 e 30 del secolo scorso. Ancora oggi, molte spedizioni al versante nord dell’Everest stabiliscono il campo base in prossimità del ghiacciaio Rongbuk, a circa 8 km a sud del monastero. Da Rongbuk si gode di una vista incredibile sul versante nord dell’Everest.
TINGRI
Base di partenza per molte spedizioni al monte Everest, Tingri è una piccola cittadina a soli 50 km dal confinse nepalese, a circa 4.300m di altitudine. Un antico forte (Shekar Dorje Dzong) sovrasta le nuove costruzioni. Da qui si gode di una vista panoramica spettacolare sull’Everest, il Lhotse, il Makalu e Cho Oyu, quattro delle sei più alte vette del mondo.
ZHANGMU
La cittadina di Zhangmu, aggrappata su un ripido pendio a 2.300m di altitudine e situata a soli 80km da Kathmandu, ha un clima subtropicale mite e umido, vera rarità per il Tibet. Da qui, lungo una strada a tornanti, si raggiunge la frontiera con il Nepal, separato dal Tibet dal “Ponte dell’Amicizia”: dall’altra parte del torrente la cittadina nepalese di Kodari è molto simile a Zhangmu. Soli 80km separano Zhangmu da Kathmandu.
In questa zona vivono dei tibetani particolari, gli Sherpa, giunti secoli fa dal Sichuan come guerrieri per respingere un'invasione nepalese. Gli Sherpa rimasti nel vicino Nepal sono i famosi portatori che accompagnano gli alpinisti nelle scalate sui monti dell'Himalaya, mentre quelli rimasti in Cina vivono sui monti e sono per lo più piccoli commercianti.