La Thailandia è uno dei paesi più affascinanti del mondo, grazie ai suoi paesaggi rilassanti e la sua cultura speciale. Grazie ad
Aliviaggi potrai scoprirla in un viaggio organizzato che toccherà i suoi luoghi più importanti. Con le proposte del nostro
Thailand Smiles potrai visitare la nazione del Sud-Est Asiatico: l’offerta
tour per la Thailandia da 10 giorni prevede visite nelle città più importanti e nei principali luoghi di interesse. Partendo da Bangkok, si visiteranno tutte le maggiori città, recandosi nelle spiagge più belle e in luoghi di interesse dal fascino più grande.
Aliviaggi inoltre ha scelto per te i migliori hotel in cui pernottare. Per maggiori informazioni e
consigli potrete trovare tutto quello che riguarda questo
tour guidato su questa pagina.
Questo itinerario è possibile prevedendo l'arrivo a Bangkok la domenica.
1° Giorno (domenica) - BangkokArrivo a Bangkok, incontro con l'assistente del nostro corrispondente locale e trasferimento in hotel.
Sistemazione presso l'Hotel:
Pullman Bangkok Hotel G
http://www.aliviaggi.it/web/hotel/dettaglio/?idh=402&idnz=12&area=sudestasiaResto della giornata a disposizione e pernottamento.
2° Giorno (lunedì) - Bangkok - Sukothai (D)IntroduzioneIl Tour fa parte dei una serie di itinerari che tendono a creare un nuovo rapporto tra il turista e gli abitanti del luogo. Sono itinerari indirizzati ad un consumatore più maturo e responsabile, le visite sono organizzate cercando di prestare maggiore attenzione alle tradizioni locali escludendo tutto quanto è turismo di massa; gli itinerari prestano inoltre particolare attenzione al sociale, all’ecosistema, al senso etico ed al rispetto degli animali.
Il concetto di Community Based Tourism (CBT)
Al centro del nostro concetto di Contatto Responsabile c’è il Community Based Tourism (CBT). Il CBT è proposto da comunità (esempio villaggi, abitati da thai o da varie etnie tribali thai o della montagna) che decidono di trarre profitto dal turismo aprendo la propria realtà quotidiana al visitatore ma senza alterazioni dello stile di vita.
Nel CBT, i locali coinvolti non mostrano loro stessi al visitatore ma le loro peculiarità culturali e le loro abilità artigiane, che rimangono le loro principali fonti di sopravvivenza. Il turismo è solo una fonte di reddito secondaria che può provenire direttamente dal visitatore o da contributi pubblici stanziati affinché queste comunità conservino le tradizioni.
E’ quindi un turismo utile e positivo, attraverso il quale le diversità hanno una forte ragione per sopravvivere anche in questi tempi moderni di forte impulso globalizzatore.
Nel CBT, I locali attivamente stabiliscono una linea guida in modo proponitivo, offrendo al mercato turistico l’identità che loro stessi ritengono sia giusto mostrare.
Qual’è il contrario di Community Based Tourism (CBT) ?
Il modo in cui vengono visitate le comunità dal turismo di massa mostra i locali che passivamente subiscono le richieste, le esigenze e le aspettative del Cliente, che spesso non coincidono con la realtà culturale del luogo. Ai locali viene quindi chiesto di prestarsi ad un remunerativo gioco di finzione generando facili fonti di reddito che rendono le attività originarie non più convenienti dal punto di vista economico. I locali diventano in prima persona l’oggetto di foto a pagamento e commerciano oggetti non da loro prodotti, generando una radicale e pericolosa trasformazione della loro economia e la perdita delle loro capacità e della loro cultura originale, diventando dipendenti da un sistema che non possono direttamente controllare. Molti villaggi hanno visto la propria economia nonché identità distrutta quando, una volta “consumati e spolpati” dal turismo di massa, sono stati abbandonati dai visitatori alla ricerca di luoghi piu’ vergini.
Gastronomia
Un altro punto di forza di questo prodotto è la gastronomia.
Proponiamo pranzi di cucina autentica, in luoghi autentici e consumati come i locali ed in alcune occasioni assieme ai locali. Viene inoltre dato largo spazio alla valorizzazione delle cucine regionali o delle cucine etniche delle popolazioni che si visitano.
Oltre che ad incentivare uno dei più importanti ed immediati metodi di manifestazione delle tradizioni di un popolo, possiamo in questo modo anche scongiurare l’aggregazione in massa dei visitatori internazionali in quel limitato numero di ristoranti turistici che creano un contesto scollegato dalla realtà del paese e che propongono una cucina locale artefatta e “neutra”, in grado di adattarsi al palato della clientela più variegata possibile.
Al fine di non vincolare il cliente in modo totale ai sapori forti della cucina thai, abbiamo scelto di lasciare libere le cene (*). Ognuno potra’ quindi alternare e combinare i piatti etnici del pranzo con la cucina che preferisce per cena.
(*) Eccezione è fatta per il pernottamento a Mae Salong Nai che include la cena in hotel in quanto in loco non esistono valide alternative. Il Manee Dheva Resort è comunque in grado di fornire set menu di alta qualità grazie al proprio rinomato chef. I clienti potranno scegliere tra cucina Lanna del nord, Thai o internazionale.
Comunità Tribali
Le montagne Thailandesi sono oggi abitate da varie etnie tribali di varia provenienza e discese nel corso dei secoli verso la penisola indochinese. Tra loro gli, Yao, gli Akha, I Hmong ed I Lahu, laboriosi popoli provenienti dalle montagne che spaziano tra lo Yunnan ed il Tibet e dotati di grande iniziativa e spirito ingegnoso. I Lisu ed I Palaung denotano invece una spiritualità ed una calma interiore che fanno trasparire le loro diverse origini Tibeto-Birmane. Ci sono infine I Karen, originari dell’omonimo stato parte della confederazione Birmania e che in anni più recenti hanno abbandonato il loro paese in contrasto con il governo locale. Sono noti per essere grandi ammaestratori di elefanti nonchè uno tra I popoli più ospitali ed amichevoli. Ma le etnie tribali che abitano le montagne thailandesi sono in parte composte anche da gruppi con maggiori affinità etniche e linguistiche con I Siamesi. Si tratta ad esempio dei Thai Yai e dei Thai Leu.
Riconversione dell’economia e coltivazione del Caffè
Dediti al seminomadismo, le varie popolazioni tribali hanno nel tempo causato ingenti danni al patrimonio forestale a causa della pratica dell’incendio boschivo.
Il grande sviluppo durante il secolo scorso del commercio dell’oppio attraverso le frontiere tra il Laos, la Birmania e la stessa Thailandia nella zona di frontiera che presto verrà denominata come “triangolo d’oro” non risparmia pressochè nessuno degli insediamenti tribali posti a ridosso di quest’area. La coltivazione del papavero diventa ben presto l’attività più fiorente e redditizia per questi popoli che si ritrovano così all’interno di un circolo vizioso che economicamente li attanaglia e li vincola a questa pratica.
Lo sforzo del Governo thailandese per fermare lo sviluppo di questa coltivazione nonchè la pratica dell’incendio boschivo diventa presto immane quanto urgente e sarà il Re di Thailandia in persona che si farà direttamente carico della conduzione delle operazioni, espletate soprattutto attraverso I “Royal Projects”, centri di educazione e riconversione che presto sorgono numerosi in queste aree di confine. Qui si insegnano alle popolazioni tribali varie forme e tecniche di coltivazione alternative, meno intensive (e quindi praticabili in modo stanziale) e altrettanto redditizie. Il clima di queste montagne è ideale per la coltivazione di varie qualità di frutta non solo tropicale ma anche caratteristica di climi più freddi, come ad esempio le fragole ma anche fiori, tra I quali sono celebri le orchidee. E’ però la coltivazione del caffè, pressochè sconosciuta nel sud-est asiatico fino alla meta del ventesimo secolo, che presto prende il sopravvento e costituisce ancora oggi la maggiore fonte di reddito tra queste montagne. Nel giro di pochi decenni la Thailandia si ritrova ad essere uno dei maggiori produttori mondiali di Arabica e il caffè diventa culturalmente una grande passione per l’intero paese. La produzione proveniente dalle montagne del nord è oggi considerate di qualità costantemente crescente ed ha oramai raggiunto l’eccellenza mondiale.
Capire oggi i villaggi tribali durante le visite
La riconversione economica delle popolazioni tribali e la loro acquisita stanzialità hanno in questi ultimi decenni influito in modo importante sui loro usi e costumi. Le case precedentemente costruite in paglia e temporaneamente utilizzate fino alla successiva migrazione possono ora essere costruite in modo permanente in cemento mentre l’acquisita cittadinanza thai e l’entrata nell’economia montetaria del paese che li ospita ha fatto sì che oggi sia per loro molto meno dispendioso procurarsi vestiario nei mercati locali piuttosto che intensificare la produzione dei propri stupendi costumi tradizionali che richiedono però molto tempo per la tessitura.
Visitando oggi un villaggio tribale sarà quindi molto probabile trovarsi di fronte ad un’architettura ed un abbigliamento non più rispettosi delle antiche peculiarità culturali. Questo non deve essere percepito dal visitatore come la mancata occasione di ammirare antiche tradizioni ma piuttosto come il positivo compimento di una importante opera di riconversione grazie alla quale oggi la Thailandia ha ritrovato il proprio patrimonio forestale, distruggendo allo stesso tempo il pericoloso commercio dell’oppio.
Malgrado la progressiva scomparsa di queste caratteristiche, le visite ai villaggi tribali rimangono comunque ancora di estremo interesse e degne di essere organizzate. Le varie popolazioni hanno infatti ancora molto da offrire in termini di ricchezza culturale, spirituale e capacità artigianali. Sarà sufficiente non fermarsi alle apparenze e ricordarsi del vecchio saggio: “l’abito non fa il monaco”.
Il Kuomintang
I grandi movimenti migratori interni al continente proseguono anche in tempi recenti e si intensificano in modo importante a causa della rivoluzione comunista in Cina. I cinesi di stampo nazionalità del Kuomintang fuggono in massa dalla presa di potere Maoista raggiungendo in maggioranza l’isola di Taiwan. Una considerevole minoranza trova invece rifugio tra le montagne del nord della Thailandia mescolandosi con le popolazioni tribali. Oltre alla loro grande laboriosità e spirito imprenditoriale, I cinesi portano con loro anche tutte le conoscenze nel campo della medicina tradizionale e dell’utilizzo delle erbe. In particolar modo portano il the, che costituisce per loro una vera e propria bevanda terapeutica. Tra queste montagne piantano l’Oulong, il the coltivato nelle note piante a basso fusto, ma anche la qualità Asam le cui foglie si raccolgono da piante secolari ad alto fusto.
Note importanti:
Con il tour di Contatto Responsabile visitiamo diversi luoghi interessati dal turismo locale thailandese. Molti villaggi CBT sono infatti popolari mete per i thai che abitano in città e che nel weekend amano effettuare in questi luoghi piacevoli scampagnate al fine di riscoprire le antiche tradizioni del loro popolo. Questo può dare origine a situazioni di affollamento che in occasione di ponti festivi o long weekends possono essere particolarmente evidenti.
Abbiamo di conseguenza pianificato le partenze in modo da evitare accuratamente le giornate del fine settimana ed i ponti.
Mezzi di trasporto utilizzati, numero di partecipanti e richieste gruppo
Questo tour verrà effettuato con pullmini. Le percorrenze montane incluse nell’itinerario ne impediscono infatti lo svolgimento con autobus. Viene quindi garantito che i partecipanti verranno aggregati a gruppi di dimensione non superiore alle 9 unità. Nel caso in cui gli iscritti sulla stessa data di partenza risultassero in numero superiore, il gruppo verrà diviso in più pullmini. La capienza massima di alcuni dei luoghi visitati fa si che non si potrà in ogni caso eccedere il numero massimo di 3 pullmini (circa 20 persone totali).
Il tour di Contatto Responsabile puo’ essere organizzato su base privata.
A seguito delle note sopra indicate relativamente a difficolta’ nei weekends, ponti e long weekends, i tours privati potranno essere organizzati in partenza nelle stesse giornate settimanali della programmazione (o un giorno prima) anche se suggeriamo sempre di verificare esattamente la fattibilità.
A chi è indirizzato:
Il prodotto di Contatto Responsabile potrebbe adeguarsi al gusto dei Clienti in viaggio di nozze purché già abituati a viaggiare al fine di apprezzarne in pieno le caratteristiche.
Questo tour è sconsigliato alle famiglie con bambini. L’età minima richiesta per il prodotto di Contatto Responsabile è di 12 anni.Partenza dall'aeroporto di Bangkok con volo Bangkok Airways alla volta di Sukhothai ed incontro con la guida locale.
Trasferimento a Sukhothai, antica citta’ dove otto secoli or sono naque il Regno del Siam.
Per lungo tempo centro della provincia piu’ settentrionale del grande regno cambogiano dei Khmer, che in questa citta’ eressero fastosi templi in pietra in onore delle loro divinita’ Indu, alla meta’ del XIII secolo una grande spinta indipendentista innescata dai locali feudatari riusci’ a scacciare I Khmer per fondare un regno autonomo ispirato al Buddismo Theravada. Nel timore di una nuova invasione cambogiana, la citta’ fu contornata da ben tre possenti cinte murarie che racchiusero una vasta area sacra all’interno della quale vennero eretti il nuovo palazzo Reale nonche’ una serie di grandi monasteri, mentre I templi Indu venivano riconvertiti a luoghi di culto Buddista. Lo stile di Sukhothai diverra’ famoso fino ai nostri giorni per la caratteristica forma degli stupa terminanti a fiore di loto racchiuso, ma soprattutto per la canonica immagine del Buddha rappresentato con un’eloquente epressione di grande calma e pace interiore che denota la grande abilita’ degli artisti di Sukhothai di catturare in una singola immagine uno dei messaggi piu’ importanti e profondi del buddismo.
Sistemazione in hotel e cena libera.
Pernottamento a Sukhothai.
Sukhothai:
Legendha Sukhothai o similare
Percorrenze di giornata
Sukhothai Apt – Sukhothai Old Town: ca. 40 km – meta’ percorso su strade di campagna, meta’ percorso su strada statale. Tempo totale di percorrenza circa 35/40 min3° Giorno (martedì) - Sukhothai - Chiang Mai (B, L)07:00 partenza presto al mattino per intraprendere un gradevole e rilassante giro in bicicletta tra le rovine del parco storico di Sukhothai. Si raggiungeranno le rovine piu’ importanti del parco, tra le quali il Wat Mahathat, tempio del palazzo reale edificato a pianta di Mandala e che un tempo custodiva una reliquia del Buddha, il Wat Sa Sri e la sua celebre pagoda campaniforme ed il Wat Sri Sawai, antico tempio Indu edifcato dai Khmer.
Si uscira’ dal parco storico continuando il percorso in bicicletta in direzione dei quartieri vecchi della citta’, attivi centri di artigianato. Sukhothai era celebre nell’antichita’ per la sua produzione di pregiate ceramiche, note in tutta l’Asia con l’appellativo di “Sangkanlok”. La produzione piu’ pregiata veniva esportata in Cina ed in altri paesi dell’area imbarcandola su grandi giunche che da Sukhothai discendevano I fiumi fino al Mar Cinese Meridionale. La tradizione del Sangkanlok si e’ conservata fino ai nostri giorni e viene ancora praticata in vari laboratori artigianali dei quartieri vecchi. Le forme decorative originali che distinguono il Sangkanlok si basano su colorazioni in nero di motivi ittici o floreali. Si pedalera’ fino ad uno dei laboratori dove sara’ possibile ammirare l’opera degli artigiani locali.
Nel corso della mattinata si lascera’ Sukhothai per dirigersi verso nord.
La meta e’ un pittoresco villaggio con graziose casette in legno alcune delle quali piuttosto antiche che oggi si propone ai visitatori locali e internazionali nel rispetto dell’etica del turismo responsabile. E’ posto in un’ampia vallata coltivata principalmente a riso e delimitata da montagne che appaiono all’orizzonte. I locali qui sono dediti ad attivita’ sia agricole che artiginali tra le piu’ disparate: oltre al riso i campi qui producono girasoli, mais, mango, papaya, banane ed il lime. Quest’ultimo agrume, aspro piu’ del limone, cresce tutto l’anno e durante la visita ci si potra’ cimentare nella raccolta!
Sul piano artigianale, vedremo famiglie dedite alla produzione di bacchette da tavola, intagliando il legno di bamboo con mani sapienti e l’ausilio di pochi e rudimentali macchinari. Mani ancora piu’ esperte producono oggetti in legno complessi e dall’utilizzo piu’ disparato.
Quando non sono impegnate nella semina o nella raccolta, le donne in maggioranza tessono al telaio. Le si potra’ vedere all’opera all’ombra della fresca veranda posta sotto la propria abitazione edificata a palafitta. Ma la donna piu’ famosa del villaggio e’ una cuoca! “Nonna Thiang”, questo il suo soprannome, e’ tra le poche anziane che ancora conservano la ricetta di un succulento piatto tipico di queste terre. Gestisce un piccolo punto di ristoro ricavato nel proprio giardino di casa dove decine di avventori provenienti da tutta la provincia si concentrano per gustare I suoi “maltagliati di pasta di riso” conditi con un denso e amalgamante condimento dal sapore gradevolmente aspro. Dopo il pranzo da Nonna Thiang si visiteranno le campagne percorrendo le mulattiere a bordo dell’ “I-ten”, un grazioso camioncino dalle forme inconfondibili e dalle pittoresche decorazioni, largamente utilizzato nelle campagne della Thailandia centrale.
Da qui ancora piu’ a nord attraversando le alte montagne della catena del Doi Khun Tan fino a raggiungere un vasto altipiano al centro del quale si trova la citta’ di Chiang Mai, la grande “Rosa del Nord” e capitale per diversi secoli del Regno di Lanna, dove si giungera’ alle 18:00 / 18:30 ca.
Cena libera e pernottamento a Chiang Mai.
Chiang Mai:
Aruntara o similare
Percorrenze di giornata
Sukhothai – Villaggio CBT: 75 Km (1h 15min) strade rurali e collinari di percorrenza locale
Villaggio CBT – Chiang Mai: 255 Km (3h 40min). percorso iniziale su strade collinari secondarie. Gli ultimi 160 Km sono su statali a grande percorrenza4° Giorno (mercoledì) - Chiang Mai - Parco Nazionale Doi Inthanon - Chiang Mai (B, L)07:00 si partira’ per raggiungere il possente complesso montuoso del Doi Inthanon, area costellata da villaggi tribali e all’interno del quale si trova l’omonima vetta che segna il punto piu’ alto della Thailandia a quota 2600mt.
Prima che la civilizzazione portasse le strade, I popoli tribali si orientavano tra le montagne seguendo I corsi l’acqua che costituivano cosi’ non solo fonte di vita e nutrimento ma anche guida e direzione.
Da un villaggio all’altro si potevano impiegare giorni di cammino nella jungla. Per gli avventori era quindi indispensabile saper vivere lungo il fiume e con il fiume. Le notti di viaggio si trascorrevano in piccole grotte all’interno delle quali si mangiava il pesce pescato e cucinato con l’acqua del fiume, sulle rive del quale si potevano anche raccogliere varie erbe nutrienti, salutari o medicamentose, con le quali curare il mal di stomaco o arginare le ferite provocate dagli urti con I rovi.
Poi con il progresso sono arrivate le strade, ma I vecchi sentieri montani non sono mai stati abbandonati e oggi sono ancora utilizzabili. E’ lungo uno di questi che attraveseremo, accompagnati da un’esperta guida locale di etnia Karen, un tratto di foresta all’interno del parco nazionale.
La guida ci condurra’ per circa 4Km alla scoperta di estreme bellezze paesaggistiche, tra le quali un’immensa cascata suddivisa su ben tre distinti livelli, mostrandoci come vivere nella jugla utilizzando esclusivamente le risorse naturali reperibili in loco. Ci mostrera’ ad esempio come le foglie degli alberi, manipolate da mani sapienti, possano diventare bicchieri per bere l’acqua di sorgente o robuste corde per legare grossi pesi o come, mescolate alla saliva, possano diventare un potente coadiuvante. Impareremo a distinguere I frutti selvatici commestibili e come ripararci dalla pioggia quando pare che nessun riparo esista.
La prima parte del percorso copre l’alto corso del fiume. Superata la cascata, il cui dislivello si coprira’ scendendo una lunga scalinata rudimentale in legno, si avra’ accesso ad una stretta vallata incastonata tra le montagne, dove I villaggi Karen locali hanno dato luogo ad un estesa coltivazione di riso con la tecnica del terrazzamento e canalizzando l’acqua della cascata per l’irrigazione. Lo spettacolo visivo offerto dai terrazzamenti e’ di forte impatto emotivo. Sara’ impossibile trattenere un sospiro di stupore e ammirazione davanti a tale meraviglia.
Pranzo al villaggio Karen.
La visita del Parco sara’ completata raggiungendo le imponenti cascate Watchirathan, di altezza limitata ma che offrono un violentissimo getto d’acqua di vasta portata.
Nel primo pomeriggio si rientrera’ verso Chiang Mai. La citta’ e’ sovrastata sul lato ovest da una grande montagna, il Doi Suthep, che si innalza bruscamente dai 300 Mt di altitudine della piana della citta’ per salire fino a quota 1600Mt.. L’omonimo, celebre e venerato tempio Wat Phratthat Doi Suthep si trova sul fianco della montagna rivolto verso la citta’. Dal tempio si gode quindi di una stupenda panoramica su Chiang Mai che si potra’ ammirare al tramonto.
Riento in hotel al termine della visita.
Cena libera e secondo pernottamento a Chiang Mai.
Percorrenze di giornata
Chiang Mai – villaggio Karen all’interno del Doi Inthanon: 80 Km (1h 30min ca) per tratta. Strade statali a grande percorrenza con ultimo tratto montano all’interno del parco.5° Giorno (Giovedì)- Chiang Mai - Mae Chan (nei pressi di Chiang Rai) (B, L, D)Colazione in hotel e check-out.
07:00 partenza dall’hotel per raggiungere un piccolo centro abitato fuori citta’ dove si trova un vivace mercato locale.
Qui acquisteremo le carni e le spezie necessarie per prepare uno dei piatti piu’ tipici e gustosi della cucina del nord della Thailandia: il “Lap Muang”, a base di carne tritata, generalmente di maiale, aromatizzata con varie spezie locali sapientemente selezionate e miscelate.
Provviste alla mano, si salira’ in alta montagna fino a raggiungere un pittoresco villaggio costituito da case in legno d’epoca ed incastonato tra le rocce oltre i 1000mt di altitudine.
Gli abitanti, di etnia Thai, hanno avviato da alcuni anni un progetto di sfruttamento turistico di questo luogo di assoluta bellezza nel rispetto dei canoni etici e comportamentali del turismo responsabile, atti a mantenere integri e intatti I valori e le peculiarita’ culturali originari. Una guida del villaggio ci condurra’ tra le piccole stradine alla scoperta delle abitazioni tradizionali e dello stile di vita. Si raggiungera’ anche una bella cascata che scende dalla montagna sopra al villaggio.
Nella tarda mattinata si verra’ quindi ospitati nelle case dei locali che ci mostreranno come preparare il Lap Muang cucinando le nostre provviste.
La cuoca di casa preparera’ anche uno dei piatti piu’ tipici di queste montagne del nord: il “Kaeng Hang Lay”, una ricetta sconosciuta nelle pianure alluvionali della Thailandia centrale. La base e’ una pasta al curry preparata battendo il peperoncino rosso con aglio, cipolline, erba citronella, galanga ed il “Kapee”, un impasto molto denso e dal colore rossastro ottenuto frantumando piccolissimi gamberetti di minuscule dimensioni. Si aggiungono poi carne di maiale, zenzero, tamarindo, salsa di soia, sale di pesce e per concludere il tocco finale che da al piatto il suo inconfondibile sapore: una spruzzata di polvere di cannella.
Pranzo a base delle pietanze preparate e sedendo allo stesso tavolo dei locali. Nelle loro case si entra rigorosamente scalzi e si mangia inginocchiati a terra.
12:30 ca si scendera’ la montagna per proseguire verso nord.
Tappa lungo il percorso ad un grande villaggio di etnia Lahu al fianco del quale e’ sorto un Royal Project che ha avuto la funzione di favorirne la conversione economica e lo sviluppo delle tecniche agricole.
16:30 circa, visita al Wat Rong Kun, una delle effigi architettoniche del paese oggi meglio conosciute tra I visitatori internazionali. Questo tempio di arte moderna interamente colorato e decorato in bianco non deve la propria fama alla sua importanza storica o religiosa ma solo ed esclusivamente alla sua bizzarra e estravagante forma architettonica contrassegnata da ricchissime e fastose decorazioni.
Ultimo trasferimento per un grazioso resort immerso nei campi di riso tra le colline della localita’ di Mae Chan, a nord della citta’ di Chiang Rai.
Si stima di giungere alle 18:00 / 18:30 ca.
Cena inclusa al resort e pernottamento.
Mae Salong Nai:
Manee Dheva Percorrenze di giornata
Chiang Mai (hotel) – mercato: 25 Km ca. 30 min. ca
Mercato – villaggio thai: 33 km (45 min) strade montane in forte pendenza
Villaggio thai – villaggio Hmong: 60 km (1h 15min). strade montane, in parte di grande percorrenza
Villaggio Hmong – Wat Rong Khun: 110 Km. 1h 10min. strade statali di grande percorrenza, in parte collinari ed in parte pianeggianti.
Wat Rong Khun – Manee Dheva resort: 55Km 1h. strade statali di grande perrcorenza, pianeggianti.
6° Giorno (venerdì)- Mae Chan - Mae Salong - zona del Triangolo d'oro - Chiang Khong (B, L)Tempo a disposizione in mattinata per godere della bellezza e della pace del luogo.
08:30 ca visita facoltativa senza supplemento alla montagna del Mae Salong. Giunti oltre I 1000 mt di quota, le coltivazioni di Oulong inizieranno ad apparire abbarbicate lungo I pendii. Le piccole piantine di colore verde intenso sono in file compatte che cinturano le montagne a disegnare una fitta rete di isoipse naturali che scandiscono l’innalzarsi di ogni singolo metro di altitudine. E dove c’e’ il the ci sono le comunita’ cinesi, che anche qui non tradiscono il loro stereotipo. Affabili e geniali, presso le case da the poste in punti panoramici sulle vertiginose geometrie delle loro coltivazioni, ci propongono con grande maestria I loro prodotti di qualita’ eccelsa, ostendando tutto il loro sapere e la ricchezza delle loro tradizioni. La qualita’ degli assaggi delle varie miscele non tradira’ le aspettative e potra’ soddisfare I palati dei piu’ esigenti cultori del the di qualita’.
Rientro al resort nel corso della mattinata.
10:30 check-out e partenza verso il corso del grande fiume Mekong, comune denominatore geografico tra I paesi della penisola indocinese. Il grande fiume di tutti e di nessuno divide politicamente questi paesi ma al tempo stesso li unisce e li accomuna per la loro grande dipendenza dalle sue acque.
Scelto dalle nevi dell’Himalaya come una delle principali superstrade idriche per il loro lungo viaggio verso il mare, il Mekong plana dalle grandi montagne tibetane giu’ fino alle vallate indocinesi attraverso un interminabile percorso di 4.350 km lungo I quali drena un bacino idrografico di quasi un milione di kmq. Noi oggi lo intercetteremo nel suo corso medio-basso, in un punto nel quale si insinua tra due opposte catene montuose che corrono parallele una all’altra. La piu’ meridionale borda gli altipiani della provincia thailandese di Chiang Rai mentre quella settentrionale costituisce l’ultima propaggine montana del paese montuoso per eccellenza: il Laos. Queste terre costituivano un tempo I territori piu’ orientali del “Triangolo d’oro”, la vasta zona di commercio triangolare dell’oppio tra Laos, Birmania e Thailandia.
Sulle rive del fiiume si trova un villaggio di etnia Thai-Leu dove le donne anziane ancora sono dedite all’antica e tradizionale arte della tessitura, che praticano con grandi e rudimentali telai in legno. Il ricamo Thai-Leu e’ considerato uno dei piu’ pregiati nonche’ uno dei piu’ difficili da realizzare, richiedendo un tempo di tessitura molto prolungato. La maggioranza delle donne lavora indipendentemente nelle proprie case ma per le piu’ povere e bisognose, una sorta di consorzio locale mette a loro disposizione I telai appartenenti alla comunita’ e che si trovano nel locale centro di tessitura. Qui con un po’ di fortuna se ne potranno ammirare in folto numero contemporaneamente al lavoro. Per le loro produzioni, le donne Thai-Leu coltivano in proprio il cotone necessario! Le piantagioni sono dislocate dietro al villaggio ed il cotone viene raccolto nel mese di novembre.
Si costeggia poi ancora il Mekong fino ad arrivare ad un grazioso punto panoramico per il pranzo, nel locale ristorante.
La prossima tappa sara’ al porto di imbarco dal quale partire a bordo di una barca a motore che condurra’ all’esplorazione del fiume. La navigazione si estendera’ per circa 15km (45min circa, dipendente dalla forza della corrente e regime d’acqua) fino a raggiungere la citta’ di Chiang Khong, nota per il punto di confine con il Laos e posta di fronte alla citta’ laotiana di Huey Say.
Sistemazione in locale resort e cena libera.
La serata potra’ essere trascorsa passeggiando lungo il riverside dove trovare ristoranti per la cena e altre attrattive.
Pernottamento a Chiang Khong.
Chiang Khong:
Chiang Khong Teak Garden Resort (Garden View Bungalow)
Percorrenze di giornata
Resort – Mae salong e ritorno: 40 Km totali. 1h, strada di alta montagna con forti pendenze
Resort – porto di imbarco: 85 Km. 1h 45min strade prevalentemente locali e rurali, pianeggianti o ondulate.
7° Giorno (sabato) - Chiang Khong - Chiang Kham - Chiang Rai - Bangkok (B, L)Da Chiang Khong verso sud per via stradale costeggiando il confine con il Laos dove due catene montuose corrono parallele tra loro delimitando tra di esse uno stretto altipiano a circa 600Mt di altitudine dove molte etnie tribali hanno trovato rifugio. Tra di essi I Thai Leu ma anche gli Yao.
Passando per I loro villaggi si scendera’ fino a raggiungere un’area paesaggistica di grande interesse dove le montagne si innalzano formando picchi dalle bizarre conformazioni. Una in particolare e’ diventata molto nota tra I locali. La sua conformazione aguzza ricorda un dito che punta il cielo, che in thai viene tradotto con “Phu Chi Fah”, che raggiunge I 1600Mt di altitudine. Si potra’ raggiungere la vetta per ammirare una vasta panoramica sul Laos percorrendo un facile sentiero della lunghezza di circa 800Mt.
Le montagne si interromopono poi bruscamente per lasciare spazio ad una estesissima pianura coltivata a riso.
I birmani di Pagan fondarono qui un’importante citta’ a demarcare quello che nel XII secolo costituiva il confine orientale del loro impero. Nel 17mo secolo ritroviamo questo centro nelle cronache del regno di Lanna, dove viene annoverato come importante centro lungo le rotte commerciale dei principati del nord. E’ questa l’epoca durante la quale i Re Lanna deportano in questo luogo le comunita’ Thai Leu forzandone la migrazione dallo Yunnan.
Oggi questo centro e’ noto come Chiang Kham e l’importanza dell’antica citta’ e’ denotabile nella presenza di una lunga serie di antichi templi in stile Lanna dei quali uno edificato interamente in legno ed unico nel suo genere.
Chiang Kham offre poi un abitato rustico ed esotico composto da antiche abitazioni di legno, tra le quali quelle della comunita’ Thai Leu si distinguono per bellezza, tanto che alcune di esse sono divenute case-museo.
Pranzo presso un piccolo chiosco nella zona antica a base di cucina thai-leu la cui specialita’ e’ il “Khao Raem Feun”, ottenuto da un fine impasto di farina di riso mescolato ad acqua e solidificato con sali di calcio fino ad ottenere una fitta gelatina. Si taglia poi in cubetti ed immerso in una zuppa agrodolce e arricchita da varie spezie.(*)
Dopo pranzo, visita al centro di Chiang Kham che si estendera’ fino a meta’ pomeriggio prima del rientro a Chiang Rai dove si giungera’ alle 18:00 circa
Volo di rientro per Bangkok dopo le 19:30.
Arrivo e trasferimento in hotel.
Note
(*) ci sono vari chioschi a Chiang Kham che servono il Khao Ream Feun, il quale viene preparato la sera prima e venduto fino ad esaurimento. I chioschi sono normalmente aperti fino alle 14:00 ma potrebbero chiudere in anticipo qualora il prodotto sia terminato. In tale evenienza il pranzo verra’ organizzato in ristorante locale.
Percorrenze di giornata
Chiang Khong – Phu Chi Fah: 100 Km. 2h 20Min. strade secondarie rurali, in parte collinari ed in parte di alta montagna)
Phu Chi Fah – Chiang Kham: 60 Km. 1h 15min strade locali di carattere rurale. Alcune strade provinviali a percorrenza piu’ pesante.
Chiang Kham – Chiang Rai: 90 Km 1h 30min. strade provinciali alternate a strade rurali. Percorso pianeggiante8° Giorno (domenica) - Bangkok (B)Prima colazione e mattinata libera.
12:30 ritrovo dei partecipanti presso la lobby del Pullman G.
Immediatamente dopo aver attraversato la città di Bangkok, il grande “Fiume dei Re”, forma un’ampia e profonda ansa che si chiude a cerchio andando a delimitare al suo interno una vasta area geografica. Malgrado la sua estrema vicinanza alla città, l’isolamento causato dal fiume che la circonda da tutti i lati ha fatto si che questa zona non sia stata interessata dall’incessante espansione edilizia orizzontale e verticale che Bangkok ha conosciuto in questi ultimi decenni. Il risultato è che quest’area è arrivata fino ai giorni nostri conservando il suo carattere antico.
Qui il ritmo che scandisce la vita è ancora quello della luce del sole, dall’alba al tramonto. Le piantagioni di cocco non hanno lasciato spazio ai grattacieli ed i canali naturali e artificiali che un tempo davano origine alla “Venezia d’oriente” e garantivano i collegamenti fluviali non sono qui stati interrati e sostituiti da strade.
Muoversi con i servizi pubblici per collegare questi due opposti poli di Bangkok è come unire tra loro due universi paralleli: uno di terra e uno di acqua, uno dal futuro e uno dal passato.
Si parte dal futuro, a bordo dell’avveniristico sky train, la monorotaia sopraelevata fiore all’occhiello della Bangkok moderna, del business e del progresso, sul quale viaggeremo a forte velocità a ritroso nel tempo fino ai sobborghi a est della città. Da qui a piedi fino al capolinea dei “Rot-Daeng”, i camioncini sui quali si siede sulle panche poste nel cassone posteriore, che ci traghetteranno fino all’universo d’acqua. Il Chao Praya, il Fiume dei Re del Siam, qui è largo come il mare. Si sta avvicinando alla sua foce a estuario al centro della Baia di Bangkok, dove ogni anno assieme all’acqua delle montagne del nord scarica milioni di tonnellate di fango che vanno a fertilizzare una gigantesca zona paludosa fonte di vita per milioni di persone che qui coltivano cocco, allevano pesci e gamberi ed estraggono il sale.
Il prossimo mezzo di trasporto sarà il ferry pubblico. Sbarcati in quello che oggi viene definito il “polmone di Bangkok”, ci attendono le biciclette a noleggio con le quali partire all’esplorazione dell’area. Prima di giungere ai canali si passa per quello che i locali chiamano semplicemente Wat Kao: “il tempio vecchio”, appellativo quanto mai indovinato per un luogo di culto che ci mostra l’architettura di inizio secolo. Tanto legno, nei tetti così come negli infissi, sapientemente intagliati.
E da qui ancora avanti, verso il cuore del “polmone”.
In un luogo antico si producono oggetti antichi, come i profumati incensi che, inginocchiati al cospetto delle divinità, i fedeli bruciano tra le loro mani conserte a gruppi di tre, ogni bacchetta ad osannare un membro della trinità Theravada: il Buddha, il Dharma ed il Sangha. Il piccolo centro artigianale che li produce è aperto al pubblico e si potranno ammirare le fasi di produzione.
E da qui al mercato, sulle sponde dei canali, che alla domenica riceve migliaia di visitatori che formano tra le strette vie ricche di bancarelle un compatto brulichio, dinamico e disordinato. Solo in piccola parte è gente del luogo. La maggioranza è composta da quei thai della Bangkok di domani che presi dalla frenesia della vita di città hanno dimenticato in fretta le loro origini rurali. Qui le possono ritrovare, a breve distanza dai loro uffici e palazzi, fin nei minimi dettagli. Nelle banchi del mercato si vende infatti tutto quello che hanno perduto, ad iniziare dalle ricette culinarie di una volta. Quello che un occidentale banalmente definirebbe “street food”, per i locali è infatti qualcosa di ben più specifico e forse malinconico. Indugiano tra i banchi a ricordare, ad additare ed a stupirsi, fino a quando trovano il loro manicaretto preferito, quello che più di ogni altro li riporta al villaggio natale. Ce n’è per tutti i gusti, dai succulenti spiedini di carne grigliati sui quali mani sapienti passano pennellate di condimento al curry, al peperoncino o al tamarindo, fino ai dolci al cocco avvolti nella foglia di banano.
La prossima tappa è al giardino botanico e da qui al porto sul lato opposto del “polmone” rispetto a quello sul quale siamo sbarcati. Qui si prende una lancia a motore e sulla sponda opposta del fiume si completerà la carrellata dei mezzi pubblici locali salendo sullo spartano autobus cittadino, con sedili di legno e finestrini spalancati contro la calura. La fermata dei bus è vicina all’hotel. Prossima fermata per il ritorno al futuro.
Note:
Arrivo dei partecipanti a Bangkok richiesto entro la mattinata.
Richiesta sistemazione presso hotel Pullman G
Pranzo libero.
12:30 ritrovo dei partecipanti alla hall e camminata di circa 10min fino alla più vicina fermata dello Sky train sul quale si viaggerà per circa 30min.
Nuovo tratto a piedi di circa 10min fino alla fermata dei Rot-Daeng, mezzi pubblici condivisi con altri viaggiatori. (5 min circa)
Attraversamento con ferry circa 10min (il servizio di ferry è continuativo)
Tratto complessivo in bicicletta di circa 1h non inclusi i tempi per le varie visite lungo il percorso
Lancia per riattraversare il fiume: 10/15 min circa
Altri 10/5 min di camminata fino alla stazione degli autobus
In autobus 15/20 min circa (dipendente dalle condizioni del traffico)
Dalla fermata dell’autobus all’hotel, 5/10 min circa
Il rientro in hotel e previsto per le 17:00 / 17:30 circa
9° Giorno (lunedì) - Bangkok (B)Prima colazione.
07:00 partenza in direzione del nucleo urbano attorno al quale nacque e si sviluppò la città di Bangkok che, facendo centro a ovest sul fiume Chao Praya e sul Palazzo Reale, progressivamente si estense in direzione est aggiungendo reticolati concentrici di canali di raggio sempre più ampio seguendo l’urbanizzazione costantemente crescente della città.
Verso la fine del XIX secolo, per opera di Rama V il Grande, venne così scavato il canale Mahanak lungo il quale presto di animò un vivace mercato di generi alimentari nel quale venivano scambiate le merci provenienti dalle vaste aree agricole principalmente dislocate nella parte orientale del Regno.
I prodotti venivano trasportati lungo i fiumi ed i canali su grandi giunche di legno giungendo fino a Mahanak dove i grossisti potevano rifornirsi dei prodotti più freschi e venduti a prezzi di produzione, per poi rivenderli nelle altre aree della città.
Ancora oggi il Mahanak Market offre un immagine di colori e profumi esotici, incorniciata all'interno dell’area storica dove si trovano i templi più antichi della città. Non lontano da questo mercato si trova infatti la residenza del Patriarca della comunità monastica Thailandese: il “Pra Sankarat”; il maestro spirituale che ha esteso la conoscenza del Dharma tra i membri della comunità monastica nonchè della famiglia Reale.
Da qui alla “Montagna d’oro”, questo il nome popolare di un luogo di culto buddista il cui vero nome è “Wat Saket”, il viaggio è molto breve.
La storia di questo tempio ebbe inizio nella prima meta’ del XIX secolo quando l’allora Re Rama III diede inizio ai lavori per la costruzione, in un’area funeraria a quei tempi disposta ben fuori dalle mura della città, di un gigantesco “Chedi” (pagoda campaniforme) di immense proporzioni.
La struttura non fu però ben progettata e durante la costruzione collassò su sè stessa dando così origine ad una massa di pietra che con il tempo venne sormontata dalla vegetazione fino a diventare una vera e propria collina.
In epoche successive il luogo venne restaurato ed ampliato con la costruzione di un Chedi di più piccole dimensioni alla sommità del precedente ammasso di macerie. Per l’occasione dallo Sri Lanka, patria del Buddismo Theravada, arrivò anche una reliquia che la leggenda attribuisce al corpo del Buddha e che fu collocata al suo interno.
Oggi il santuario è raggiungibile attraverso una scalinata a spirale di 300 gradini che permette di raggiungere anche la sacra fila di campane che i pellegrini suonano per buon auspicio e per scacciare gli spiriti maligni.
10° Giorno (martedì)- Bangkok (B)Prima colazione e trasferimento in aeroporto per la partenza o possibilità di estendere il soggiorno presso una delle varie località di mare disponibili in Thailandia.